Danilo Garcia Di Meo is an italian documentary photographer. He was born in Rome, after graduating from Arts High School and Academy of Fine Arts, he received his Master’s degree at the Leica Akademie Italy in Milan and at Officine Fotografiche in Rome studying with photo editor’s National Geographic Marco Pinna and with Lina Pallotta.After his studies, he started a freelance profession in full.
Wake up. What is home?
Hide in the closet, I could trap everything in a case
like in the Forrest Gump’s box of chocolate.
You can’t run, but you can choose.
You have to stay still, water in a bottle.
Feel every breath of dust under your feet,
every little leaf veins on your finger tips.
The rock beat that comes from wrinkled shirts,
it was a late evening crowded and confused,
rumble in my chest, waking up the core of my balance.
This blurred everyday life got me stuck in a bubble blower
where shadows are packed in possibilities,
hours overlap between work and dreams,
each corner of space seems endless.
I hear a little paw reaching out, chasing butterflies,
I’m in a field of daisies that tastes like spring and strawberries.
And I look at you, in a quiet sunbeat, sleeping on our own seaside,
and the vastness of the world mean nothing.
When time freeze in the ordinary loop of everydays,
we share our skimmed needs and buy eight euros for a kg of oxygen,
the window is the border of our land of absolute clarity,
and I can feel rather than think.
[Ita]
Sveglia. Cos’è casa?
Nascosto nell’armadio, potresti intrappolare tutto in una valigia,
come nella scatola di cioccolatini di Forrest Gump.
Non puoi correre, ma puoi scegliere.
Devi stare fermo, acqua in bottiglia.
Percepisci ogni soffio di polvere sotto i tuoi piedi,
ogni venatura delle foglie sui polpastrelli.
Il rock, quel ritmo, viene dalle maglie stropicciate,
era una serata affollata e confusa,
rimbomba nel petto, svegliando il nucleo del mio equilibrio.
Questa quotidianità fuori-fuoco mi ha bloccato in una bolla di sapone
dove le ombre sono pregne di possibilità,
le ore si sovrappongono tra lavoro e castelli in aria,
ogni angolo dello spazio sembra infinito.
Percepisco una zampetta allungarsi, a caccia di farfalle,
mi ritrovo in un campo di margherite che sa di primavera e fragole.
E ti vedo, in pacato raggio di sole, dormire sulla nostra spiaggia,
e la vastità del mondo perde di significato.
Quando il tempo si congela nel banale reiterarsi delle giornate,
condividiamo i nostri bisogni scremati e acquistiamo otto euro al kg di ossigeno,
la finestra è il confine della nostra terra di assoluta consapevolezza,
e posso sentire piuttosto che pensare.
Marzo 26, 2019